Le ali (0627-1)
- italiano
- 1954-06-11
- Dauer: 00:05:40
Beschreibung
Comunicato:
Ha inaugurato la Swissair la sua ultima e più lunga linea, che porta le ali svizzere fin nel Brasile. Fra i giornalisti del primo volo era il nostro operatore, che ha raccolto in rapide immagini le impressioni sul gran salto di trenta ore e le stupite esperienze di dieci giorni nel Brasile, da Rio de Janeiro a Sao Paulo, dalle piantagioni di caffè a Copacabana, alla ricerca affettuosa d'elvetiche impronte e di tipici aspetti della prodigiosa e immensa nazione.
Commento:
Con giornalisti e autorità, anche un operatore del Cine Giornale partecipa al volo inaugurale della nuova ultima linea della Swissair Zurigo-Sao Paulo. Nel tardo pomeriggio dell’Ascensione il DG 6B lascia Ginevra. / Naviga l’equipaggio, nel crepuscolo, sull’argentea rotta dei fiumi di Francia. Lisbona e Dakar: due scali nella notte prima del salto sopra la grande acqua; al passaggio dell'Equatore si hanno le tradizionali esultanze di bordo: / trasformato in aereo. Nettuno il capo-stampa della Swissair, Virchaux. / Mentre i navigatori leggono gli invisibili segnali della circolazione celeste, le stewardess, angeli del quadrimotore, prevengono ogni desiderio. / E infine s’allarga stupenda la baia di Rio de Janeiro dall’impareggiabile splendore. Dopo 28 ore di volo il velivolo atterra nella capitale brasiliana. Festosa l’accoglienza della colonia svizzera di Rio con a capo il ministro Feer; per la prima volta sull'aeroporto sventola la bandiera rossocrociata. / L'obbiettivo coglie meravigliato le prime impressioni: il formicolio della gente, / i vastissimi viali, il tumulto del traffico, la prepotente bellezza della città. / Nel cuore della nuovissima metropoli una collinetta verde con le favelas, i quartieri di baracche. La miseria? No, è il provvisorio inevitabile della città che si sviluppano a passi da gigante. Bianchi o neri, gli uomini che vivono sotto questi tetti di fortuna, assaporano con la libertà le speranze d’un avvenire migliore in un paese ricco di mirabolanti e d’infinite possibilità. / Sono assediate le baracche, dalla corolla di vetro e cemento dei grattacieli. Sorgono case, scuole e abitazioni: domani le favelas saranno sparite; / i ragazzini dei tuguri frequentano una scuola ultramoderna, tutte le razze fraternamente vicine, troppa fretta ha il Brasile per fermarsi a discriminazioni di colore epidermico. / Capitale unica al mondo: l’ultima frangia di grattacieli confina con la giungla, con la sterminata foresta vergine d'uno sterminato paese appena arato, / unico anche lo scenario di strane alture che circonda Rio: sul Cordovado si alza la famosissima gigantesca statua del Cristo Redentore. / Dal Coroado lo sguardo plana stupito sulla metropoli e sul golfo. / Ciclopici e audaci sono anche i nuovissimi quartieri a mare della città, che ha lanciato i suoi marosi di pietra sull'arco luminoso della spiaggia di Copacabana, scintillante nel sole invernale: per Rio è ora infatti l’inverno, inverno caldo e vivido, / Prossima tappa à la città-fungo di Sao Paulo: ogni minuto, si dice, sorge una nuova casa, ogni giorno un grattacielo. Quattro milioni d’abitanti oggi, chissà quanti domani! / L’operatore segue elvetiche tracce con Robert, lo svizzero proprio svizzero del mastodontico albergo che la Swissair ha generosamente scelto per i suoi invitati. Ardita e ariosa la costruzione, modernissime le camere, chiare, terse, d’una raffinata e sicura eleganza. / Altri compatrioti si presentano: il direttore dell'albergo, Hochuli, / il capo-cameriere, Moor, / il vicedirettore Hotz, occupatissimo, / e il capocuoco, che si chiama proprio... Schweizer ! / Nel velivolo privato del console di Svizzera il Cine Giornale avanza verso l’interno, sopra le sterminate piantagioni: caffè e caffè fin dove arriva l’occhio. / La raccolta s’allunga su una diecina di mesi, milioni e milioni di arbusti vengono spogliati delle preziose bacche scarlatte da eserciti d’operai agricoli. / Vastissima, si sa, è la quarta Svizzera: il proprietario della piantagione, Kogler, è d’origine elvetica. / La trebbiatura è svolta con i metodi tradizionali: grazioso quadro di agreste pace. / I chicchi del caffè vengono poi stesi al sole per la seccagione. / E lontano, sulle rive dell’Oceano, Santos, porto del caffè, vede salpare ogni giorno i bastimenti dalle stive ricolme dalla sua vasta rada. / Ed è il ritorno! Il “Sangallo” riposa a Cointrin gli entusiasti viaggiatori: il nostro operatore ha riassunto nel rapido linguaggio del film la meravigliosa evasione. Ritrova il profumo del paese dei narcisi che Montreux offre generosamente, promettente invito. /
Communiqué_0627.pdf
Ha inaugurato la Swissair la sua ultima e più lunga linea, che porta le ali svizzere fin nel Brasile. Fra i giornalisti del primo volo era il nostro operatore, che ha raccolto in rapide immagini le impressioni sul gran salto di trenta ore e le stupite esperienze di dieci giorni nel Brasile, da Rio de Janeiro a Sao Paulo, dalle piantagioni di caffè a Copacabana, alla ricerca affettuosa d'elvetiche impronte e di tipici aspetti della prodigiosa e immensa nazione.
Commento:
Con giornalisti e autorità, anche un operatore del Cine Giornale partecipa al volo inaugurale della nuova ultima linea della Swissair Zurigo-Sao Paulo. Nel tardo pomeriggio dell’Ascensione il DG 6B lascia Ginevra. / Naviga l’equipaggio, nel crepuscolo, sull’argentea rotta dei fiumi di Francia. Lisbona e Dakar: due scali nella notte prima del salto sopra la grande acqua; al passaggio dell'Equatore si hanno le tradizionali esultanze di bordo: / trasformato in aereo. Nettuno il capo-stampa della Swissair, Virchaux. / Mentre i navigatori leggono gli invisibili segnali della circolazione celeste, le stewardess, angeli del quadrimotore, prevengono ogni desiderio. / E infine s’allarga stupenda la baia di Rio de Janeiro dall’impareggiabile splendore. Dopo 28 ore di volo il velivolo atterra nella capitale brasiliana. Festosa l’accoglienza della colonia svizzera di Rio con a capo il ministro Feer; per la prima volta sull'aeroporto sventola la bandiera rossocrociata. / L'obbiettivo coglie meravigliato le prime impressioni: il formicolio della gente, / i vastissimi viali, il tumulto del traffico, la prepotente bellezza della città. / Nel cuore della nuovissima metropoli una collinetta verde con le favelas, i quartieri di baracche. La miseria? No, è il provvisorio inevitabile della città che si sviluppano a passi da gigante. Bianchi o neri, gli uomini che vivono sotto questi tetti di fortuna, assaporano con la libertà le speranze d’un avvenire migliore in un paese ricco di mirabolanti e d’infinite possibilità. / Sono assediate le baracche, dalla corolla di vetro e cemento dei grattacieli. Sorgono case, scuole e abitazioni: domani le favelas saranno sparite; / i ragazzini dei tuguri frequentano una scuola ultramoderna, tutte le razze fraternamente vicine, troppa fretta ha il Brasile per fermarsi a discriminazioni di colore epidermico. / Capitale unica al mondo: l’ultima frangia di grattacieli confina con la giungla, con la sterminata foresta vergine d'uno sterminato paese appena arato, / unico anche lo scenario di strane alture che circonda Rio: sul Cordovado si alza la famosissima gigantesca statua del Cristo Redentore. / Dal Coroado lo sguardo plana stupito sulla metropoli e sul golfo. / Ciclopici e audaci sono anche i nuovissimi quartieri a mare della città, che ha lanciato i suoi marosi di pietra sull'arco luminoso della spiaggia di Copacabana, scintillante nel sole invernale: per Rio è ora infatti l’inverno, inverno caldo e vivido, / Prossima tappa à la città-fungo di Sao Paulo: ogni minuto, si dice, sorge una nuova casa, ogni giorno un grattacielo. Quattro milioni d’abitanti oggi, chissà quanti domani! / L’operatore segue elvetiche tracce con Robert, lo svizzero proprio svizzero del mastodontico albergo che la Swissair ha generosamente scelto per i suoi invitati. Ardita e ariosa la costruzione, modernissime le camere, chiare, terse, d’una raffinata e sicura eleganza. / Altri compatrioti si presentano: il direttore dell'albergo, Hochuli, / il capo-cameriere, Moor, / il vicedirettore Hotz, occupatissimo, / e il capocuoco, che si chiama proprio... Schweizer ! / Nel velivolo privato del console di Svizzera il Cine Giornale avanza verso l’interno, sopra le sterminate piantagioni: caffè e caffè fin dove arriva l’occhio. / La raccolta s’allunga su una diecina di mesi, milioni e milioni di arbusti vengono spogliati delle preziose bacche scarlatte da eserciti d’operai agricoli. / Vastissima, si sa, è la quarta Svizzera: il proprietario della piantagione, Kogler, è d’origine elvetica. / La trebbiatura è svolta con i metodi tradizionali: grazioso quadro di agreste pace. / I chicchi del caffè vengono poi stesi al sole per la seccagione. / E lontano, sulle rive dell’Oceano, Santos, porto del caffè, vede salpare ogni giorno i bastimenti dalle stive ricolme dalla sua vasta rada. / Ed è il ritorno! Il “Sangallo” riposa a Cointrin gli entusiasti viaggiatori: il nostro operatore ha riassunto nel rapido linguaggio del film la meravigliosa evasione. Ritrova il profumo del paese dei narcisi che Montreux offre generosamente, promettente invito. /
Communiqué_0627.pdf
Dieses Dokument wurde mit der Unterstützung von Memoriav erhalten.
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