“Gurapuava” (0809-1)

  • italiano
  • 1958-02-28
  • Dauer: 00:07:38

Beschreibung

Comunicato:
Una colonia agricola del Brasile, dove 2.800 rifugiati europei hanno trovato terra ospitale. La colonia - situata presso la cittadina di Guarapuava, è stata creata con i fondi dell'Aiuto Svizzero all' Estero, che da 10 anni esplica benefica attività in tutto il mondo. II film “Guarapuava”, realizzato nel Brasile da un operatore del CGS, ci mostra le immense foreste e steppe del Brasile meridionale, dove, come in un'oasi, sorgono i villaggi della colonia. Assistiamo al lavoro degli immigrati nella foresta vergine, alla mietitura del grano, alla vita nelle fattorie, nelle industrie... E incontreremo i "Caboclos", i contadini brasiliani che vivono, liberi e fieri, nel mezzo della foresta, e non conoscono le preoccupazioni e le aspirazioni dei loro vicini di casa, che hanno trovato, laggiù, una nuova patria.

Commento:
A Berna in una conferenza stampa, il Prof. Ludwig, il consigliere federale Petitpierre e altre personalità illustrano l'opera svolta dalle Aiuto Svizzero all’Estero, in 13 anni di benemerita attività./ In quest’occasione, il un nostro operatore ha realizzato un cortometraggio sulla vita d’una colonia brasiliana di rifugiati, creata dall'aiuto Svizzero all’estero./ Si inizia con immagini del nostro archivio: profughi provenienti dall’Europa orientale raccolti nei campi,/ bambini, ammalati, abbandonati attendono e sperano. Lontano dai campi di rifugiati europei, nel Brasile meridionale, si stende un’interminabile foresta. / Qui e là, un campicello, degli indigeni ma poi: un’oasi di terra fertile, un oasi di terra fertile, lindi villaggi: è la colonia di Guarapuava, un’opera dell'Aiuto Svizzero all’Estero, una tenuta vasta quanto il Canton Zugo, fertilizzata dai contadini del Danubio, che dopo l’ultima guerra, hanno dovuto abbandonare le loro case./ Dove oggi sventola, sui nuovi villaggi la bandiera brasiliana,/ la grande selva ricopriva il fertile suolo./ La foresta costituì la prima ricchezza dei colonizzatori. Costruirono, col legno degli alti fusti, le loro case, e vendettero i pregiati tronchi ai mercanti brasiliani. / Impararono ad utilizzare i buoi, per trasportare il legname nelle radure, dove i loro aiutanti, gli aborigeni, lasciano vagabondare i maiali semi-selvaggi./ Gli indigeni accolsero con gioia i nuovi coloni, i rifugiati./ Il legno è usato dagli immigranti per alimentare le turbine a vapore e perfezionati impianti costruiti in Svizzera, procurano l’energia elettrica./ L'Aiuto Svizzero all’Estero ha contribuito alla formazione di tecnici, scelti fra i profughi./ La segheria, prima industria meccanica della colonia, azionata dapprima coi motori dei trattori, funziona ora elettricamente./ Legno da costruzione e legno pregiato saranno poi venduti e utilizzati dai coloni./ La cooperativa del villaggio mette a disposizione le grandi macchine agricole, quali le mietitrici, che percorrono chilometri e chilometri / fin al limite della foresta, dove pascolano mucche provenienti d’altre regioni, ma ben acclimate./ Guarapuava giace a 1.200 metri d'altitudine./ È l’epoca della mietitura. I campi sono vasti, il frumento minacciato dagli uragani: solamente con le possenti "Combinadas" si potrà immagazzinare in poco tempo il raccolto./ La macchina miete, trebbia e riempie i sacchi di grano. Il proprietario del campo viene poi conteggiato il noleggio della macchina. II contadino non è suddito di un inesorabile collettivismo. II suo frumento è posto nei suoi granai./ Nei depositi della cooperativa, alle quale i coloni vendono il raccolto, il grano è rimosso, affinché perda l'umidità./ Gli ex-contadini del Danubio smerciano solo prodotti di prima qualità. / Vogliono che i figli siano fieri del loro lavoro. I cinque villaggi dispongono, ognuno, di una scuola. Ai ragazzi è offerto un avvenire ricco di promesse: l’avvenire si chiama Brasile./ Studiano la lingua della nuova patria./ Persino un ospedale è stato costruito per i 2.800 rifugiati che animano la colonia. Le suore svizzere assistono gli ammalati. Suor Maria Maddalena è giunta nel 1951: con i primi coloni,/ come Suor Camilla e Suor Letizia la superiora. / La dottoressa esamina un’infezione: caso frequente, dovuto alla puntura d'una mosca che depone le uova nella cute./ È giunta l’ora del riposo: le contadine ricordano l’immagine di vita campestre, che ormai non possono più inquadrare nell'orizzonte della perduta patria./ Rientra la mandria, visione nuova che sembra eterna./ Chi crederebbe che occorsero inauditi sforzi per trovare l’acqua nelle viscere della terra?/ Prima di rincasare il colono si reca in stalla: e nella scuderia: è conserrato l’atavico amore per i cavalli: / i ragazzi aiutano come possono; le donne si occupano della mungitura./ Le nonnine, vecchie d’anni e di ricordi, lavorano senza sosta./ Tutta la famiglia siede attorno al tavolo: il Brasile è uno dei pochi paesi che ammisero l’ immigrazione di vecchi e ammalati. Le famiglie sono ancora tutte unite./La domenica, di fronte alla chiesa ch’essi pure hanno costruito, la gioia di coloro che han saputo rinascere./ Nelle vicinanze della colonia, incontriamo gli indigeni della foresta brasiliana: i Caboclos che coltivano il granoturco nei loro magri campi e vivono in capanne. I loro attrezzi sono cimeli da museo: eppure s’offenderebbero se qualcuno volesse considerarli poveri. / I maiali che incontrammo nella foresta sono stati allevati da questi Cabolos. Ottimi cacciatori ritornano con selvaggina e grasse watusse. / Vita semplice, sana, ricca d’insegnamenti, anche per i laboriosi coloni. I Cabolos si ritengono ricchi e liberi. Posseggono alcuni cavalli, che utilizzano per cacciare o per recarsi nella vicina città. / La città situata a 30 km si chiama Guarapuava, e diede il nome alla colonia. / Qui, come in tutte le provincie brasiliane, Caboclos e mercanti discutono d’affari in strada. Essi sono i grandi signori: i padroni del tempo. / Invece, i rifugiati europei lavorano incessantemente nella colonia creata grazie all’Aiuto Svizzero all’Estero: immagine di un mondo nuovo e buono. /

Communiqué_0809.pdf
Dieses Dokument wurde mit der Unterstützung von Memoriav erhalten.
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